Le fate di Barma d’Aout – Villar Pellice

Ciao!
Oggi sono tornata in alta Val Pellice perché voglio accompagnarvi in un luogo celebre per essere stato un tempo dimora delle fate.
Siamo a Barma d’Aout e sotto questa sorta di roccia trovarono rifugio pastori, partigiani e, in tempi ancora più remoti, i ribelli valdesi che per sfuggire alle persecuzioni imbracciarono le armi e si nascosero su queste vette, tanto che questa zona è nota tuttora come Vallone degli Invincibili, poiché essi non furono mai catturati.

Eccomi a Barma d'Aout, 1508 m - Vallone degli Invincibili, Bobbio Pellice
Eccomi a Barma d’Aout, 1508 m – Vallone degli Invincibili, Villar Pellice

Questa barma (termine di probabile origine ligure con cui s’intendono le grotte, le caverne, i ripari sotto la roccia) secondo la leggenda era l’abitazione di alcune fate pastore che vivevano qui con le loro greggi di capre e con le loro prosperose mucche. Erano delle donnine operose, portavano personalmente al pascolo gli animali, si dedicavano alla mungitura del latte e alla sua successiva lavorazione. Erano di buon cuore e per questo, avendo in simpatia i pastori che vivevano nei paraggi, avevano insegnato loro tutti i trucchi per ottenere il burro, il formaggio e la ricotta dal latte.

Erano fantine particolari, sempre vestite in modo semplice e pratico, a differenza delle loro sorelle chiamate fate oziose, che amavano vestirsi con abiti dai lunghi strascichi e con luccicanti gioielli.
Non temevano gli umani, aiutavano i poveri portando loro sempre del buon cibo, ridevano e scherzavano con i giovanotti… Ma quando qualcuno s’azzardava a chiederne la mano, subito scappavano sghignazzando, leggiadre e sorridenti.
Ai più fortunati era anche stato concesso di poter visitare le loro abitazioni, ordinate e pulite, e poter vedere tutti gli utensili d’oro e d’argento che le fate possedevano.

La “barma” è un tipo particolare di grotta scavata in un pendio e con un masso che fa da tetto.
La “barma” è un tipo particolare di casa scavata in un pendio e con un masso che fa da tetto.

Un triste giorno, purtroppo, un pastore inacidito dal fatto di essere stato respinto dalla fantina di cui si era innamorato, scalò la roccia in preda al rancore e s’intrufolò nella grotta mentre le fate erano al pascolo. Conoscendo bene il loro carattere, il giovane sapeva che nulla le avrebbe fatte soffrire di più che scoprire il furto dei loro preziosi utensili. Quindi quel villano riempì il sacco con tutto quello che riuscì a trovare e scappò.

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Immaginate quanto ci restarono male le povere fantine quando, rientrando a casa, videro tutte le loro belle cose messe sotto sopra… E quando si accorsero che gli utensili di cui andavano così fiere erano stati rubati! In quel momento decisero che se ne sarebbero andate immediatamente e non sarebbero mai più tornate. Prima però gridarono ai pastori accorsi al suono delle loro grida e dei loro pianti: “Avete rubato i nostri preziosi utensili e non potremo mai perdonarvi! Ce ne andiamo per sempre da questa bella valle, ma anche voi avrete di che essere tristi: vi abbiamo insegnato a ricavare il burro e il formaggio, che sono così buoni e nutrienti, dal siero del latte; sono cose che vi sono tornate ben utili per sfamare voi e i vostri bambini durante il lungo inverno! Ebbene, avremmo potuto insegnarvi pure a ricavarne il miele e la cera, ma è un segreto che conserveremo per noi…”
Ciò detto, se ne andarono per non tornare mai più.
E il loro segreto è rimasto tale fino ai giorni nostri, poiché ancora oggi i pastori sono costretti a buttare via il siero del latte non potendolo usare in alcun modo…

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Come arrivare qui:
Prima di entrare nell’abitato di Bobbio Pellice, svoltare a destra prima di un ponte seguendo le indicazioni borgata Subiasco, Bessè. Proseguire verso la borgata Bessè nei pressi della quale potrete parcheggiare. Percorrendo ancora un pezzo di strada asfaltata troverete sulla sinistra l’indicazione verso il Vallone degli Invincibili. Raggiungerete Barma d’Aout in circa 2 ore seguendo la mulattiera (segnavia 128).

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