Il Verné – Angrogna

Ciao!
Oggi ci troviamo in una borgata che anticamente chiamata “Li Bertini” perché di qui erano originarie diverse famiglie Bertin della zona, ma il cui nome venne poi mutato per i molti ontani (in dialetto “vèrna”) che crescono nella zona: siamo al Verné di Angrogna.

Il panorama particolare su tutte le vette della Val Pellice ne fece una zona strategica per la difesa e qui aveva infatti la base Bartolomeo Jahier, rivoltoso che nel 1655 si era rifugiato in valle dopo aver combattuto le truppe ducali in Val Germanasca e che da questo luogo continuava gli attacchi ai nemici.
Gianavello era appena tornato dalla Francia e ben presto, famosi in tutto il territorio e messi entrambi al bando, si incontrarono per unire le proprie forze. Il Verné di venne il loro quartier generale.

Qui si erano riuniti i Banditi e lo spettacolo doveva essere davvero singolare: accampati come potevano tra le casupole della borgata, vestiti nei modi più diversi e con ogni sorta di arma… coltellacci, fionde, fucili… per non parlare delle famigerate colubrine!
Da qui i Banditi partivano la mattina presto per colpire in maniera fulminea il nemico, per poi tornare sui monti senza lasciare traccia, sperando così di fiaccare l’esercito del Duca e costringerlo alla resa. Gli uomini di Gianavello erano uomini tenaci, abituati a non rivelare la propria identità, fedeli al proprio condottiero e che conducevano una vita incerta, spartana, scandita dagli assalti e dalle preghiere.

Questa la vita dei Banditi fino al 18 giugno 1655, giorno in cui Jahier si era recato in Val Chisone per rivendere del bestiame e che le truppe nemiche scelsero per circondare e assaltare il Verné dove Gianavello ed i suoi uomini riposavano stremati dalle fatiche.
Fortunatamente le sentinelle diedero l’allarme in tempo perché i Banditi saltassero giù dalle brade, si nascondessero negli anfratti delle rocce circostanti e iniziassero la difesa. Resistettero per circa otto ore di battaglia poi, improvvisamente, tornò Jahier con i suoi uomini che respinse il nemico stanco…

Proprio nel rincorrere il nemico verso valle però, presso il Chabas (sul confine tra Angrogna e Luserna), Giosuè Gianavello venne colpito e trafitto al petto da un proiettile.
Strappato dai suoi compagni alla battaglia, venne trasportato in tutta fretta su per i pendii fino a Pinasca, allora territorio valdese sotto la protezione dei francesi, dove il giorno dopo apprese della morte di Jahier, che aveva coraggiosamente inseguito i nemici sino ad Osasco, alle porte di Pinerolo.

I Valdesi tornarono al Verné dove, nonostante le disgrazie, elessero due nuovi capitani e da dove continuarono la guerriglia. Gianavello poté rimettersi in forze e tornare qui per assistere all’ultima vittoria dei suoi: di lì a poco vennero infatti concesse le Patenti di grazia, con le quali il popolo ottenne un periodo di pace grazie all’intervento dei paesi europei protestanti.

Come arrivare qui:
raggiungete la località San Lorenzo, capoluogo di Angrogna (Torino). Giunti in paese, imboccate la strada alla vostra destra seguendo le indicazioni per la Vaccera; dopo circa 1,5 km giungerete alla borgata Prassuit e subito dopo alla borgata Verné.

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