Il gattino nero – Nido dell’Orso, Prali

Oggi vi racconto una leggenda, ambientata in Val Germanasca, che parla di fate, magia e metamorfosi. Vi porto a Nido dell’Orso, un piccolo gruppo di case a circa 1650 metri di altitudine, sopra alla borgata Indritti di Prali.

Qui, si racconta che un tempo vivesse una famiglia con due figlie che avevano un carattere l’una all’opposto dell’altra. Mentre una era scontrosa, scorbutica e scansafatiche, l’altra era gentile, volenterosa e tutti la amavano. La prima, con la scusa di fare dei lavori fuori, passava le sue giornate stesa nei bei prati nei dintorni delle case a godersi il profumo del timo, lo scrosciare del vicino ruscello e il cinguettio degli uccelli. La seconda, invece, sbrigava tutte le faccende di casa senza mai lamentarsi. Uno dei suoi compiti era quello della mungitura e accompagnava l’attività cantando felice.

Un giorno, proprio mentre era nella stalla, entrò un gattino nero che iniziò a fare le fusa, a strusciarsi contro le sue gambe e a miagolare insistentemente. La ragazza, che era di cuore buono, lo accarezzò e gli diede del latte. Dopo che il gattino leccò felice fino all’ultima goccia, iniziò a spostare la sua ciotolina dandole dei colpetti con la zampa. A ogni colpetto, sotto gli occhi meravigliati della ragazza, il piattino diventava sempre più pesante perché, magicamente, appariva una nuova moneta d’argento. La ragazza ringraziò il gattino, che era già corso fuori dalla stalla, e raccolse il gruzzoletto. Da quel giorno la scena si ripetè più e più volte e la ragazza, tenendo nascosto il suo segreto, cominciò a comprarsi degli abiti nuovi e tutte le cose che aveva sempre desiderato.

La sorella scansafatiche era molto indispettita: come faceva sua sorella a comprarsi tutte quelle cose belle? Così decise di spiarla e la seguì da lontano in tutte le sue attività quotidiane. Quando arrivò il momento della mungitura, dalla finestra vide arrivare un gatto nero e la sorella raccogliere monete d’argento da un piattino in terra. Decisa ad approfondire il mistero, chiese di fare cambio di compiti e di poter andare nella stalla. Il giorno seguente, quando si mise a mungere pigramente e brontolando, vide entrare dalla porta un gattino nero che le si avvicinò facendo le fusa, ma lei, che era davvero una ragazza senza cuore, gli diede un calcio e gli gridò «gatto del diavolo!»

Il gattino uscì e si fermò per un po’ fuori dalla stalla fissando la ragazza prepotente. Allora accadde una cosa incredibile: il micio si trasformò in una bellissima signora con un meraviglioso abito di seta splendente sorretto da un’ampia crinolina. Poi, incurante della ragazza terrorizzata dalla visione, con un gesto imperioso creò una grande spaccatura nel terreno e si dileguò per non tornare mai più. Infatti, vicino alle case c’è un’avvallamento del terreno: che sia quello prodotto dalla magia della fata?

Anche in questa storia torna un tema caro alle leggende delle Valli Valdesi, quello della partenza delle fate. Nelle storie che ho raccontato, le fantine sono talvolta malvagie e talvolta buone e capaci di prendere a cuore le faccende umane. Se sei così fortunato da incontrare una fantina trattala con rispetto, è una creatura permalosa e, al primo dispetto, perderai irrimediabilmente la sua amicizia!

Come arrivare qui
Dalla piazza di Ghigo di Prali, con la chiesa Valdese alla vostra destra, guardate dritto e vedrete un ponte. Attraversatelo e poi al bivio svoltate a destra. Continuate quindi sulla strada principale in salita. Dopo un paio di tornanti dovrete lasciare la macchina e raggiungere la borgata Indritti. Qui troverete una bella fontana dove riempire la vostra borraccia. Lasciandovi la fontana alle spalle salite per il sentiero che taglia in mezzo alle case seguendo le indicazioni. Seguendo il sentiero più pianeggiante un bosco a mezza costa, in circa 20 minuti arriverete alle case di Nido dell’Orso.

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