Ciao!
Oggi ho deciso di farvi una specialissima sorpresa di Pasqua… Ho pensato di raccontarvi come nascono le cuffie del costume valdese! Si tratta dell’elemento più caratteristico dell’abito tradizionale e sono davvero poche le persone che conoscono ancora il procedimento per crearne una… Io sono andata a trovare la signora Piera, a Villar Pellice, che è stata così gentile da invitarmi a casa sua per mostrarci tutte le fasi di lavorazione.

Siete curiosi? E allora non perdiamo tempo!
Prima di tutto, si devono tagliare due di pezzi di cotone (la parte anteriore e quella in cui sono raccolti i capelli) che formeranno la fodera della cuffia e li si cuce assieme. Nel caso di vecchie cuffie, i pezzi vengono scuciti, smontati e lavati separatamente; la fodera viene bollita in acqua con pochissima candeggina per togliere sporco o eventuali vecchie tracce di “azur”.

Si ripete il procedimento e si tagliano due pezzi uguali in tessuto san gallo o tulle ricamato, a seconda del proprio gusto, che rivestiranno la fodera appena realizzata.
Si tagliano poi 3 strisce di pizzo da 2,5 metri l’una e si inamidano, ovvero si trattano con una miscela di acqua e amido che le irrigidisce.

Ora si deve plissettare il pizzo per la parte frontale e più caratteristica della cuffia. Per realizzare le pieghe si utilizzano ferri da maglia e un particolare attrezzo in legno con una corda che tiene ben fermi i ferri e quindi teso il lavoro.

Una striscia di pizzo viene piegata in due e si fanno passare, alternando sopra e sotto, da 130 a 150 ferri. Quindi si sfila il lavoro dall’attrezzo di legno e, tirando un’estremità della corda che tiene fermi i ferri, si dà una curvatura alla striscia di pizzo. Il lavoro viene poi inumidito e stirato per fissare la plissettatura e la curvatura. Si sfilano i ferri e si fa asciugare. L’intera operazione va ripetuta per le altre due strisce di pizzo.

I tre strati di pizzo vanno cuciti uno sull’altro, in modo che ogni ondina combaci con un’altra: la fascia per la parte frontale della cuffia è fatta e ora bisogna applicarla in mezzo ai due pezzi di tessuto che erano stati preparati all’inizio. La cuffia è così ultimata!

Le cuffie possono essere di vari formati, in base alle dimensioni della testa, oppure si possono modificare a seconda del gusto personale (ad esempio, rialzando la parte frontale di pizzo plissettato).
Esistono anche delle cuffie nere più piccole che sono quelle indossate dalle bambine.
Pensate che per realizzare una cuffia valdese ci vogliono due intere giornate di lavoro!

Infine vorrei davvero ringraziare la signora Piera per la sua disponibilità e svelarvi che è anche una fine ricamatrice di scialli (ne avete visto un esempio tempo fa qui): se siete curiosi di vedere le sue creazioni, potete farlo presso l’atelier di sua figlia Monique presso Le magie del filo, piazza Jervis 2 a Villar Pellice, Torino.
A me non resta invece che augurarvi una buona Pasqua, non mangiate troppa cioccolata e fate tante passeggiate seguendo le mie avventure!
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