Balziglia – Massello

Ciao!
Questo è un mese importante per la storia valdese, poiché proprio in questi giorni (ma 327 anni fa!) un gruppo di coraggiosi valligiani partiva dalla Svizzera dov’erano esiliati per tentare di tornare nei luoghi che erano stati costretti ad abbandonare per la loro fede: è l’inizio del Glorioso Rimpatrio!

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Eccomi arrivata!

Ho già avuto modo di parlarvi di questa grande avventura, quando mi avete accompagnata al Sibaud di Bobbio e al tempio di Prali, ma oggi vi ho portato in un luogo davvero simbolico della vicenda storica, la Balziglia nel comune di Massello (Torino).
Nell’inverno del 1689-90, i Valdesi sopravvissuti alla marcia in mezzo alle montagne si accamparono in questi boschi accerchiati dall’esercito francese e sabaudo guidati dall’abile pastore Henri Arnaud…

Merci, mademoiselle per considerare abile la mia guida, ma non avrei potuto scegliere un luogo tanto adatto per resistere ai nemici se non me lo avesse indicato il buon Capitano Gianavello!

Ma lei è proprio il pastore Arnaud! Si trova qui per raccontare ai miei piccoli amici come andò la storia?

Perché no? So che altri l’hanno fatto prima di me (Gianavello e Beckwith), quindi…

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Non vedo l’ora di sentir narrare le vicende della Balziglia dal pastore Arnaud!

Vedete, ci rifugiammo qui, come ci aveva consigliato il vecchio Gianavello, esiliato in Svizzera e che ci aiutò moltissimo nell’organizzare la nostra impresa. In effetti era un luogo ideale, nonostante gli avversari avessero provato più volte nell’autunno di catturarci, non ci riuscirono mai. Però immaginate vivere quassù per un intero inverno, senza cibo né casa, con i vestiti e le scarpe distrutti dalla marcia sulle montagne…

E come siete sopravvissuti?

Potrei dirle che la fede ci mantenne vivi, come senz’altro fu. Fummo purtroppo costretti in alcuni casi a rubare agli abitanti della zona… Ma un giorno, ringraziando il cielo, scoprimmo che nessuno aveva mietuto il grano l’estate prima ed era ancora tutto sotto la neve: lo raccogliemmo e con quello potemmo sopravvivere fino a primavera!

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Proprio con la mola su cui posa Arnaud, i Valdesi poterono macinare il grano trovato sotto la neve e sopravvivere al rigido inverno della Val Germanasca…

In primavera però l’esercito sabaudo-francese riprese ad assediare i Valdesi, ricorrendo ai cannoni e distruggendo tutte le fortificazioni che erano state costruite durante l’inverno.
I Valdesi erano rimasti circa 300 e il 24 maggio 1690 si trovarono accerchiati da 4000 soldati avversari… Dopo i primi violenti scontri, sul Pan di Zucchero (la cima che sovrasta la Balziglia) calò una nebbia fittissima che costrinse tutti a interrompere la battaglia.

Exactement, ma chère! E mentre noi discutevamo disperati della situazione calò la notte… Tutt’intorno a noi c’erano i fuochi dei bivacchi nemici, eravamo in trappola. Ma poi uno dei nostri, il capitano Filippo Tron Poulat, che era nato proprio alla Balziglia e che da bambino portava sempre al pascolo gli animali qui attorno, ci suggerì d’imboccare un pericoloso sentiero che però avrebbe potuto trarci in salvo.

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Sulle sponde del rio Ghinivert, dove si nascosero i Valdesi durante il Glorioso Rimpatrio.

Così, nel cuore della notte, i superstiti valdesi s’incamminarono in fila, tenendosi per mano o per i vestiti perché non si vedeva nulla, e passarono in mezzo ai nemici accampati senza che questi se ne accorgessero.
Quando al mattino l’esercito franco-sabaudo si preparò per raggiungere la cima del Pan di Zucchero e catturare i nemici, vide gli ultimi fuggiaschi sull’alta cresta della montagna, così lontani da non poter più essere raggiunti…

Oui, dite bene mademoiselle Valdesina… E chi può dire se il grano sotto la neve o la nebbia fitta e improvvisa di quel giorno, siano stati dei casi fortunati o il segno che il nostro destino fosse tornare nelle nostre valli?

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Mentre il sole tramonta dietro il Pan di Zucchero, penso a che luogo affascinante sia la Balziglia… Non vedo davvero l’ora di tornarci!

Come arrivare qui:
raggiungete il comune di Massello tramite la Strada Provinciale 169, quindi proseguite sulla Strada Provinciale 170 finché vi sarà possibile: la via termina proprio alla borgata Balziglia.

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